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[Opera] Scultura | Danzatore Sciamano | 2007

 

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Danzatore Sciamano

2007 | H 18 cm | Scultura in argento 800/1000 – Opera creata per Collezione Coinart – Firenze

La Danza Sciamana corrisponde ad una ginnastica al ritmo creato dai corpi celesti, mossi da un energia unica, primordiale, divina. Energia alla quale tutto si deve e il tutto ne beneficia se mantenuta in armonia e in sincrono. Uscire da questo equilibrio si ha l’effetto contrario alla beatitudine. Restare in equilibrio con l’energia primordiale è mantenersi in paradiso.

G.P.

 

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Giordano Pini è artista orafo e dipinge con pennelli intrisi nei colori delle luci riflesse dalle pietre preziose, con quelli delle superfici lisce o scabrose di metalli nobili quali l’oro ossia il Sole, l’argento ossia la Luna o il rame conduttore delle frequenze vibratorie di Venere.

Ma il Danzatore Sciamano è il risultato del gioco di energie scaturenti da quei labirinti di sentenze che provoca la riconduzione a sé del TAO così come lo recepiscono gli sciamani delle sacre montagne tibetane. Per loro “capire” vuol dire “ricondurre ai propri sé”. Non altrimenti si esprime con la sua opera Giordano Pini.

Per gli sciamani del Tibet la danza con i suoi movimenti consente di porsi in armonia con tutte le infinite referenze e gli addentellati del Cosmo che in greco vuol dire “ordine universale”. Infiniti infatti son i meandri sempre ripercorsi dai pensieri incapaci di trovar pausa e tregua nelle cripte del tempo. In tale Danzatore è posto in bella evidenza l’ombelico nel centro di quel che è il ventre. In greco ombelico si dice “emphatòs”, ed era considerato la depressione da cui è uscito il Cosmo.

Danzare è come sondare lo Spazio (i labirinti) e il Tempo (le cripte) con le infinite probabilità del movimento si da essere conciliati con il Tutto. Lo scopo della vita non è forse quello di accordarsi con quanto ci circonda oltre che con sé stessi? Tale è il significato di quest’opera; non certo un dozzinale portafortuna, bensì un condensatore di FORTUNA che per l’appunto consiste nel “conosci te stesso”, precetto inscritto nel frontone del Tempio di Delfo ove era venerato l’ “emphatòs” e porre così ciascuno di noi col proprio carattere e le proprie facoltà in armonia con l’orbe universo.

Eraclito dice: “il carattere è il destino”.

Per Agostino “Il Fato è la Volontà e il Potere di Dio”.

Decisamente noi non ci apparteniamo.

Tali considerazioni sottace l’opera d’arte che Giordano Pini ha voluto chiamare “Danzatore Sciamano”.

Gianfranco Greco antropologo già professore all’università di Tolosa e all’università di Tokyo

 

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